lunedì 23 novembre 2009

La città di Curicó

Curicó è una città del Cile centrale che si trova nella Regione del Maule, è capoluogo della provincia omonima e conta 160.000 abitanti circa. La città è localizzata circa 194 km a sud della capitale Santiago nel mezzo di una rigogliosa regione vinicola. Il nome della città deriva dal termine kūrēkō della lingua Mapudungún (una lingua indigena araucana) che significa "acque scure"; originariamente significava " terra dalle acque scure".
Nella pagina di Wikipedia alcune informazioni in più. E per chi vuole curiosare un po':

* La mappa dal satellite della zona (si può zoomare con i tasti +/-):


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* Un dettaglio della città (si può zoomare con i tasti +/-):


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* Una panoramica (un po' "mossa") di Curicò con commento autoctono:




* Una raccolta di foto contemporanee di Curicò:

La visita del Ministro provinciale - stralcio della lettera protocollata dello stesso p.Gianni (novembre 2009)


Il Signore vi dia pace!

Vi scrivo alcune considerazioni sulla visita in Cile (9-20 novembre). Accompagnato dai pp. Valentino Maragno, Alberto Tortelli e Franco Odorizzi, ho condiviso con loro la gioia di incontrare i nostri Frati che in Cile stanno dando la loro testimonianza di vita francescana.

Con i pp. Valentino e Alberto, abbiamo visitato prima la Comunità di Copiapò (10-12 c.m.) e successivamente quella di Santiago (14-15 c.m.). L’accoglienza è stata fraterna e cordiale; il colloquio personale con ogni singolo frate, franco e onesto; la disponibilità all’itineranza, concreta e responsabile.

(...) Da lunedì 16 a mercoledì 18 c.m. ci siamo incontrati con tutti i frati della Delegazione. Dopo una lectio divina sul testo scelto come icona del “Progetto quadriennale della Delegazione” (Rm 12,9-13), abbiamo esaminato e approvato insieme lo stesso Progetto e alcune linee pratiche di vita della Delegazione. Si è quindi proceduto alle diverse nomine:

  • indicazione al sottoscritto del Delegato (padre Maurizio Bridio) e del suo consiglio (padre Tullio Pastorelli e padre Fabrizio Restante);
  • proposta del segretario (padre Giuseppe Bellini) e dell’economo e archivista della Delegazione (padre Christian Borghesi), dell’incaricato per la pastorale vocazione e la formazione iniziale (padre Tullio Pastorelli).

La disponibilità di p. Franco Odorizzi a iniziare a testimoniare la sua fede e i valori francescani in terra cilena (vi andrà definitivamente a partire dal 2 gennaio 2010), l’arrivo di padre Mario Giuliano previsto per il maggio 2010 (proviene dalla Provincia Rioplatense, che si era impegnata ancora nel 1994/5 a collaborare con noi nella missione in Cile) e l’inserimento in missione (dall’estate 2011) di padre Lucian Farcas, giovane frate romeno attualmente a Camposampiero, ci permettono di guardare con speranza il futuro della nostra presenza in terra cilena.

Ecco, pertanto, la composizione delle tre comunità (a partire dal 15 febbraio 2010):

  • Copiapò: padre Fabrizio Restante (guardiano e parroco); padre Enrico Brocchi; padre Franco Odorizzi.
  • Curicò: padre Tullio Pastorelli (guardiano e parroco); padre Pietro Beltrame; padre Giuseppe Bellini.
  • Santiago: padre Maurizio Bridio (guardiano e parroco); padre Christian Borghesi; fra Ramon Zas.

(...) Sui nostri Confratelli della Delegazione del Cile, sulla loro testimonianza di vita francescana e sulle persone presso le quali svolgono il loro servizio pastorale, invochiamo non solo la benedizione dei nostri Santi Francesco d’Assisi e Antonio di Padova, quanto anche dei due santi cileni: Santa Teresita de Los Andes (carmelitana) e Sant’Alberto Hurtado (gesuita). E su tutti stenda il suo manto di misericordia la Vergine Maria del Carmelo, protettrice del Cile.

A tutti una sereno e santo tempo di Avvento!

Fra Gianni Cappelletto
Ministro provinciale

domenica 22 novembre 2009

3 - Avvento - fr.Tullio (novembre 2009)

Cari familiari, frati, giovani in formazione, gruppi missionari e amici della missione:

tra qualche giorno, inizieremo il tempo d’avvento, questo tempo forte che ci prepara al santo Natale e ci invita alla speranza, alla gioia e alla condivisione; ci invita anche a ricordare il passato -la nascita di Gesú nella grotta di Betlemme-, ci sprona a vivere bene il presente -saper cogliere ogni giorno la presenza del Dio tra noi- e ci invita a preparare il nostro futuro -la sua venuta Gloriosa alla fine dei tempi-. Tempo d’avvento: tempo della memoria, della preghiera e dell’attesa!

Qui da noi siamo ormai alla fine dei vari impegni pastorali, si sta termiando il programma dei vari gruppi di catequesi, le scuole stanno terminado l’anno e ci stiamo preparando a chiudere tutte le varie attivitá legate alla parrocchia e non. L’estate é alle porte e il caldo, perlomeno di giorno, ha giá iniziato a farsi sentire.
In primo luogo con questo mio scritto desidero raccontarvi quello che la nostra missione del Cile si prepara a vivere. Come la maggior parte di voi sá nel febbraio del 2010 apriremo una nuova comunitá religiosa al sud del nostro paese e precisamente nella cittá di Curicó a circa 200 Km da Santiago. Per questo motivo, dieci giorni fa abbiamo avuto la visita del nostro Ministro Provinciale fr. Gianni Cappelletto con due definitori e in questa data si sono formate le nuove comunitá. Io con altri due frati (fr. Giuseppe e fr. Pedro) saremo d’obbedienza a partire dal 15 febbraio, nella nuova comunitá di Curicó. La parrocchia a noi affidata si trova in un quartire periferico e povero della cittá, si chiama Jesús de Nazaret e conta circa 25.000 abitanti. Con queste mie parole non vi racconto quello che troveremo, e com’é il posto (per questo potete visitare il nostro blog alla pagina http://frati-in-cile.blogspot.com/2009/11/foto-di-curico-e-delle-altre-due.html e il sito della Proviancia Patavina http://www.provinciapatavina.org, dove troverete tanto materiale che fr. Andrea Vaona, in maniera competente e con una forte passione missionaria, ha gentilmente inserito).
Desidero invece raccontarvi quello che ho provato e sto sentendo dopo la notizia che saró di comunitá a Curicó e cioé a 1.000 da Copiapó. Dopo tre anni di servizio in questa comunitá cristiana di san Francesco, pensare di dover far valigie e partire... certo nel cuore nasce un po’ di pena e di dolore. Molte sono le persone che ho incontrato che ho conosciuto e condiviso un pezzo di strada del mio cammino di vita e di fede. Il mio cuore sente anche il dolore di salutare molti bambini, tanti giovani e diverse famiglie che in questi anni ho conosciuto e che abbiamo camminato insieme sull’empio di san Francesco per amare sempre di piú il Signore e i fratelli piú poveri. Sento che in questi tre anni molte persone mi hanno aiutato a entrare e a capire la cultura cilena. Avvisando della nostra partenza, siamo in tre che lasciano Copiapó (fr. Maurizio e fr. Christian che si recheranno nel convento di Santiago, ed io che andró a Curicó) dicevo alla “mia gente” di Borgoño che questi tre anni per me sono stati come il tempo dello “svezzamento”: imparare ad osservare, imparare a parlare, impare a camminare da solo in una realtá completamente nuova, imparare a rispettare a non giudicare usi e costumi molto lontani da quelli che ho vissuto per anni in Italia. Un tempo dove mi sono spogliato di molte di cose, e altre che ho appreso, tre anni belli vissuti in pienezza e con entusiasmo donando quello che potevo con i miei limiti e con le doti che il Signore mi ha regalato. In questi anni ho ricevuto molto e posso dire, facendo un piccolo bilancio, che quello che ho ricevuto, in particolare affetto e amicizia é molto di piú di quello che ho donato. É vero quello che dice il canto: partire é un po’ morire!

Sento comunque che accanto a questi sentimenti di tristezza ci sono anche altri sentimenti pieni di gioia e di voglia di ricominciare. Certamente nel mio intimo c’é anche un po’ di timore e di preoccupazione nel sapere che fra poco piú di due mesi saró in un’altra realtá. Tutto nuovo, a partire dalla comunitá dei frati, poi il clima che é totalemtne diverso, il paesaggio molto distinto; lascio il deserto e mi incontreró con una vegetazione rigogliosa, tutto é verde e poi la cosa piú importante: la gente con una cultura diversa. Come sapete, qui al nord del Cile la maggior parte delle famiglie vive grazie alle tante miniere presenti nella zona, o grazie alle multinazionali propietarie delle aziende dove si coltiva l’uva. Entrambi sono lavori duri che spesso segnano il carattere chiuso, agressivo e rassegnato della gente. Al sud, da quel poco che so, la maggior parte della gente é di cultura contadina, e nella settima regione dove si trova la cittá di Curicó la coltivazione di ciliegie, di mele, di lamponi e uva da vino é molto svillupata. Questo comporta che anche la gente vive e si relaziona in maniera diversa. Come potete capire, per me é un po’ come ricominciare, rimettersi in gioco, ripartire.

Tutto questo lo vivo con serenitá, sapendo che il buon Dio sempre ci accompagnerá e ci guiderá con la sapienza e la forza di un padre buono e ci sosterrá e ci dará quella serenitá di cui abbiamo bisogno, atteggiameneti tipici di una madre premurosa. A voi cari amici vi chiedo una preghiera e un ricordo particolare per noi frati inseriti in questa realtá cilena, affinché il Signore possa sempre guidare i nostri passi per amare e servire in modo evangelico e francescano questi nostri fratelli piú poveri.

Altra realtá che desidero condividere con voi é un progetto chiamato "una sonrisa para Cristo" (un sorriso per Cristo). Questo progetto é partito circa un anno e mezzo fa grazie a una donazione dall’Italia con il fine di aiutare la gente nel campo medico, e nello stesso periodo qui da noi alcuni dentisti, medici, infermieri, ginecologi, avvocati, assistenti sociali, parrucchieri, desideravano mettere a disposizione le loro competenze a favore dei piú poveri e dimenticati della parrocchia e dell’intera cittá. Con il denaro arrivato dall’Italia si é costruito un ambulatorio dentistico. Con tanto entusiasmo da parte di questi specialisti di Copiapó si é elaborato un piccolo progetto per aiutare i piú sfortunati di noi a poter “sorridere” alla vita. L’aiuto non é solo nel campo medico, come ben capite, ma desidera coinvolge tutta la persona nelle varie problematiche. Pertanto l’anno scorso il giorno della festa di san Alberto Hurtado (18 di agosto) si é innaugurato lo studio dentistico e dato il via al progetto "Una sonrisa para Cristo" nella sua totalitá (se volete vedere le foto, guardate http://www.flickr.com/photos/frati-in-cile/sets/72157622795122819/ nell' "ALBUM FOTO Delegazione Cile" del blog http://frati-in-cile.blogspot.com).
Dopo piú di un anno di lavoro e di sensibilizzazione, abbiamo impegnati in questo progetto: due dentisti che lavorano il fine settimana, due avvocati che ricevono il mercoledí dopo cena e due assistenti sociali che aiutano nei vari problemi diverse famiglie. Accanto a questo servizio gratuito e organizzato nella settimana, si organizzano degli incontri di prevenzione a livello dentistico e ginecologico. Si organizzano anche delle mezze giornate di formazione e di servizio sanitario (misurare la pressione, visita medica generale, la possibilitá di spiegazioni di varie malattie, ...). Il nostro servizio desidera giungere a quelle persone che per vari motivi non possono consultare un medico o chiedere a dei specialisti delle informazioni sul loro stato di salute. Per questo si privilegiano le comunitá delle cappelle o las haciendas (piccoli paesi alla periferia della cittá) dove praticamente non c’é nessun tipo di servizio assistenziale (nemmeno pubblici) e oltre alle loro umili e semplici abitazioni c’é solo la sabbia e la polvere del deserto. Il progetto desidera ampliarsi per poter salvaguardare la dignitá della persona umana in tutta la sua totalitá. Per questo ci sono anche dei parrucchieri che tagliano i capelli gratis, e si pensa di ampliare ulteriormente il progetto nel campo dell’educazione. Con dei professori volenterosi si desidera, questo per un altr’anno, offrire dei corsi di preparazione all’esame di maturitá, visto che le scuole statali offrono una educazione puramente basica e superficiale e specialmente nelle zone piú povere, i ragazzi termianta la scuola dell’obbligo a volte fanno fatica a leggere e a scrivere. Come potete capire il progetto ingloba tutta la persona: dai parrucchieri agli avvocati dai medici ai professori.

Ultima realtá che mi sembra bello raccontarvi é un’attivitá svolta con i gruppi di catechesi della cappella sant’Antonio. Come vi dicevo all’inizio di questa lettera siamo al termine dell’anno pastorale e varie sono le inziative che si organizzano a livello parrocchiale. A metá di questo mese di novembre con alcune catequiste abbiamo organizzato un ritiro per i bambini (dai 4 ai 12 anni) che frequentano la catechesi alla cappella san Antonio di Borgoño. Si é deciso di passare un giorno in spiaggia con giochi, meditazione e preghiera, il tema era i dieci comandamenti. Il bus, procurato quasi grauitamente da una mamma che aveva delle conocenze con un associazione sportiva della zona, é partito alle nove del mattino ed é arrivato alla spiaggia alle dieci. Per prima cosa le catechiste hanno organizzato l’ambientazione per poi drammatizzare il racconto biblico dell’incontro di Dio con Mosé sull’Oreb (se volete vedere le foto, guardate http://www.flickr.com/photos/frati-in-cile/sets/72157622795132933/ nell' "ALBUM FOTO Delegazione Cile" del blog http://frati-in-cile.blogspot.com).
Dopo questo momento di formazione tipicamente cileno, i ragazzi, circa sessanta, hanno lavoranto in guppi e hanno approfondito i dieci comandamenti. Tutta questa prima parte del ritiro l’hanno vissuta da soli, io sono arrivato nel pomeriggio e dopo un momento di gioco e di svago con l’acqua gelata dell’oceano, abbiamo celebrato la messa. Questo memento d’incontro tra ragazzi della catechesi e alcune mamme, diversi papá che per l’occasione sono venuti ad accompagnare i loro figli é stato importante e bello. In primo luogo, importante per approfondire il legame tra genitori e figli, tra famigle e cominitá cristiana della cappella sant’Antonio. In secondo luogo per coinvolgere i papá, che spesso sono assenti dalla vita pastorale, in un momento di formazione, di preghiera e di gioco. Tutti siamo rientrati contenti di aver passato una giornata diversa. I ragazzi “le piccole pesti” si sono divertiti e per un giorno hanno lasciato da parte le loro storie spesso tristi e piene di sofferenza. Una giornata lontano dalle loro povere case, dalle strade del loro quartiere piene di pericoli e di polvere, un momento di gioia, svago e di formazione cristiana vissuto all’insegna della fratenitá e dell’amicizia.

Cari amici, vi saluto tutti con affetto, vi porto nel cuore e come sempre vi ringrazio della vicinanza delle preghiere e dell’affetto che sentire per noi missionari. Infine un augurio per tutti voi: che questo tempo d’attesa sia ricco di pace e di serenitá. Maria ci accompagni alla grotta di Betlemme, la madre attenta e premurosa, e noi come discepoli e missionari possiamo giungere alla notte di Natale con un cuore puro, preparato per la nascita del Figlio di Dio e le nostre mani siano piene di opere buone da offrire al bambino Gesú.
Termino questo mio scritto con uno scritto di san Francesco:
"Beati i puri di cuore, poiché essi vedranno Dio. Veramente puri di cuore sono coloro che disdegnano le cose terrene e cercano le cose celesti, e non cessano mai di adorare e vedere il Signore Dio, vivo e vero, con cuore ed animo puro". (San Francesco, Ammonizione XVI).
Paz y bien a todos.
fr. Tullio

sabato 21 novembre 2009

sabato 14 novembre 2009

12- Tornare a casa - fr.Christian (novembre 2009)

TORNARE A CASA

Ciao carissimi!
Rieccomi a voi dopo un bel po’ di tempo, dopo i due mesi trascorsi in Italia. Non avendo “racconti cileni” da condividere, cercherò di mettere nero su bianco qualche pensiero personale. Ho intitolato queste mie righe “tornare a casa”, pur senza avere le idee chiare su ciò che questo significhi oggi per me. Tornare a casa: è l’espressione di un camminare, di un muovermi per rimettere piede nell’ambiente che più sento intimo, accogliente, mio. Eppure questa espressione negli ultimi due mesi ha assunto per me nuove sfumature.

Per un giovane frate già di per sè non è semplice definire quale sia la sua casa o, se vogliamo, la sua famiglia. Ma finora ero sempre riuscito a sdoppiarmi bene tra il mio simpatico paesetto tra i meli della Val di Non e la città di residenza dove l’obbedienza mi avesse mandato, tra la mia amata famiglia d’origine e l’accogliente famiglia dei frati, nella quale ho scelto di vivere e di volta in volta mi si destinava. Al mio rientro in Italia dopo due anni, a fine agosto, per la prima volta ho percepito la sensazione di rimettere piede in un mondo lontano, sempre accogliente nei miei confronti ma altrettanto distante rispetto al cammino intrapreso in terra cilena. Certamente non è cambiato l’amore per la mia famiglia, quella di sangue e quella dei frati, come del resto non è cambiata la percezione di vicinanza e comunione con moltissimi amici che ho potuto rivedere, ma per la prima volta ho percepito una piccola breccia che non è solo territoriale o inerente la mia scelta di vita, ma culturale e valoriale. Credo siano le prime avvisaglie di quel male che sovente colpisce coloro che vivono all’estero, missionari o migranti che siano, i quali vedono con occhio diverso la cultura, lo stile di vita, la modernità, la frenesia della nostra Italia e di chi ci vive, e faticano a immergersi di nuovo in una realtà che non è più del tutto la loro.