domenica 17 ottobre 2010

10 - San Francesco - fr.Tullio

Curicó, 28 settembre 2010

Cari familiari, frati, giovani in formazione, gruppi missionari e amici sparsi un po’ in tutta Italia,
dopo un lungo silenzio (se non ricordo male la mia ultima lettera era in occasione della festa di Sant’Antonio) mi faccio vivo e spero che tutti stiate bene! Mancano pochi giorni alla solennitá di San Francesco e in questi giorni mi ritornano alla mente e nel cuore i volti di tutti voi amici della missione.

Preparandomi spiritualmente, in questo clima per noi primaverile (tutto é in fiore: meli, ciglieci, prugni, ginestre, ... una vera meraviglia!), alla festa del nostro serafico padre Francesco, rileggevo la lettera che fr. Elia scriveva ai frati per annunciare la morte del santo; e mi colpivano le parole dove fr. Elia afferma che Francesco: era infatti una luce suscitata dalla vera luce, quella che illumina quanti erano nelle tenebre e sedevano nell’ombra della morte, per dirigere i loro passi sulla via della pace. La luce che veniva dall’alto illuminava il suo cuore e riscaldava la volontà di lui col fuoco del suo amore; cosi infiammato, egli predicava il regno di Dio e convertiva i cuori dei padri verso i figli e gli stolti alla prudenza dei giusti, e preparava in tutto il mondo un popolo nuovo per il Signore. Che belle e che vere sono queste parole di fr. Elia! Quanta luce hanno bisogno i nostri occhi, quanta pace desideriamo per il nostro cuore, quanta speranza aneliamo per la nostra vita e per finire, quanto bisogno ha il nostro mondo di un popolo nuovo per il Signore!

Dopo alcuni mesi che mi trovo in Curió e dopo tutto quello che é passato (a dire il vero fratello terremoto non si é anora clamato, giovedí scorso una forte scossa -VI grado Richter- ci ha fotto uscire di corsa dal convento e per 40 secondi tutto ballava; e anche questa notte un alta scossa, -IV grado Mercalli-, ci ha svegliati e fatto tremare per una ventina di secondi) la pace, la serenità é d’avvero una realtá che desideriamo tanto. Anche noi sentiamo e viviamo con la gente la precarietá della vita e questa situazione ci fa sperimentare veramente la fragilitá e debolezza della persona umana. Nonostante questo, tutti noi abbiamo nel cuore il desiderio di ricominciare e di ripartire con nuovo entusiasmo e con nuovo slancio per costruire qualche cosa di nuovo, di diverso: non solo le case, i ponti, le scuole e gli ospedali, ma sopratutto rifondare la vita su valori veri e duraturi, rinsaldare le relazioni umane e fondare sulla roccia sicura la nostra esistenza.

Oltre che al grande e impegnativo compito di stare vicino e di ascoltare la tanta gente che soffre e spera, come sapete noi frati, stiamo appoggiando un progetto che la fundación CRATE (associazione diocesana che si occupa di aiutare, nei vari ambiti: economico, sociale, lavorativo, psicologico, ..., le famiglie in difficoltá) ha messo in atto subito dopo il terremoto del 27 febbraio. Da parte nostra abbiamo canalizzato le varie offerte arrivate dall’Italia al CRATE e in questo momento sono molte le famiglie che hanno ricevuto una casetta. Le abitazioni sono state costuite nella nostra parrocchia e in altre zone della Diocesi colpite fortemente dal terremoto del febbraio scorso. Condivido con voi solamente una storia di una famiglia della parrocchia. La signora Nuria e suo marito Sergio un giorno, ai primi di marzo, sono passati in parrocchia e mi avevano esposto la loro difficile situazione. Una famglia, composta di sei persone, i genitori piú quattro figli. Con il terremoto avevano perso tutto, l’unica cosa che gli rimaneva era anche la realtá piú preziosa, e sto parlando del dono della vita! La situazione che mi presentavano Nuria e Sergio era disperata: i loro figli stavano studiando (il piú grande all’università fuori Curicó e gli altri tre nelle scuole superiori di Curicó); tutti necessitavano del materiale scolastico, di pagare la tassa per la scuola, della divisa scolastica, ...; e a complicare il tutto anche il lavoro di Sergio era messo in discussione, visto che l’azienda vinicola dove lavora, aveva subito gravi danni e dovevano lincenziare diversi dipendenti (forse anche lui era tra questi). A questo si aggiungeva la difficoltá di vivre in una piccola tenda perché, della loro casa non era rimansto praticamente nulla. In realtá erano in attesa di una “casetta (6x3m.)” se si puó chiamare cosí data dallo stato. Con gli incaricati del CRATE abbiamo analizzato la situazione e abbiamo deciso di inserire Sergio e la sua famiglia in questo progetto. A fine giugno hanno ricevuto la loro casetta e ora non gli sembra vero che gli sia arrivato questo regalo dal cielo. Sergio e Nuria e i loro quattro figli vivono felici e sono sereni, il loro cuore é in pace e ringraziano il buon Dio per questo grande regalo. ( vedi foto nel sito www.viviamaspera.tk )

Altra realtá che desidero condividere con voi e che stiamo vivendo in questi giorni che precedono la festa di San Francesco é che come comunità religiosa stiamo pensando il come presentare in parrocchia la figura di San Francesco. Stiamo pensando e proponendo una serie di attività semplici e collegate alla nostra spiritualità francescana. In primo luogo ci serviva un’immagine di San Francesco da mettere in chiesa, la parrocchia fino ad oggi non ha avuto nessun aggancio con San Francesco e ci mancava anche una statua da presentare alla gente. A dire il vero un po’ di tradizione francescana esiste in parrocchia, uno dei settori dove operiamo é legato alla figura di San Francesco e si chiama Convento viejo. La tradizione dice che in questo settore: Convento viejo, oggi perifieria della cittá, é nata Curicó. Curicó fu fondata il 9 ottobre del 1743, dall'allora governatore del regno del Cile Don José Antonio Manso de Velasco. Curicò in lingua mapuche vuole dire "acqua nera". Grazie anche alla presenza dei frati Minori in questa data si inziarono i lavori di edificazione della cittá nel settore Convneto viejo, appartenente oggi alla nostra parrocchia. Lasciando da parte le parentesi storiche, e ritornando alla statua di san Francesco che necessitavamo in parrocchia, abbiamo pensato di recuperare la statua di San Francesco che era presente nella chiesa di san Francesco caduta con il terremoto. Dopo un lavoro di restauro (fatto in casa o meglio in sacrestia), la statua é apparsa nella nostra chiesa e ci accompagnerà tutta la settimana francescana.
Come vi raccontavo in un’altra lettera la religiositá popolare in America Latia é molto viva e importante. Questa religiositá necessita di poter vedere, toccare l’immagine del santo, offrirgli una candela e deporla ai sui piedi. Per questo era importante trovare una statua del serafico padre da mettere in chiesa durante i giorni di preparazione. La gente al vedere nella nostra chiesa l’immagine che era presente nella chiesa di San Francesco (ora un mucchio di macerie) é stata molto contenta e con devozione gli rivolge preghiere, ringraziamenti e richieste.
In sostanza quello che ci proponiamo come comunità di frati, in collaborazione e in sintonia con le tre suore Francesacne Missionarie della Madre del Divino Pastore che aiutano in parrocchia, è che la gente possa conoscere e amare San Francesco, non solamente ceme patrono degli aminali, ma per quello che veramente san Francesco é. Per questo abbiamo pensato di offrire, oltre a un film, che narra la vita del santo, altri momenti come: la Lectio Diva, una liturgia penitenziale, la spigazione del crocifisso di san Damiano, catechesi francescana per bambini e per giovani. Il giorno della festa, quattro ottobre, certamente non mancherà la benedizione degli animali, ma il momento centrale sará la Messa solenne con la partecipazione di tutti i gruppi parrocchiali.
Sono piccole inziative francescane che desideriamo mettere in atto per proporre alla gente il nostro stile. In relatá, i parrocchiani già ci conoscono e ci vogliono bene, quello che desideriamo offrire ora sono le basi della nostra spiritualità. Speriamo che questa settimana francescana ci aiuti tutti; in primo luogo noi frati, e poi i nostri parrocchiami a vedere in San Francesco quella sella che guida il nostro cammino alla Luce vera, la luce che illumina ogni uomo, Gesú! Sentiamo importante e allo stesso tempo ci sembra bello, sopratutto per i giovani, che conoscano la figura del santo di Assisi nella sua totalità, conoscerlo come un uomo libero, coraggioso, coerente, amante del bene, in una parola: un uomo evangelico.

Come potete intuire dalle mie parole la nostra missione di Curicó desidera state con la gente, condividere le gioie, le speranze condividere le fatiche e i dolori di tutti i giorni, tentiamo di essere uomini di speranza, uomini di Dio sullo stile di San Francesco aiutando i nostri parrocchiani a incontrare la Luce che illumina ogni tipo di probelma, di tristezza e di dolore.
Termino con un sentito grazie a tutti voi: grazie per le vostre preghiere, per l’affetto e per l’aiuto concreto che sempre arriva generoso.

Per intercessione di san Francosco il Signore vi benedica tutti, vi custodisca, vi mostri la sua luce e vi dono la pace del cuore.

Paz y bien a todos
fr. Tullio