lunedì 13 giugno 2011

13 - Sant'Antonio 2011 - fr.Tullio

Cari frati, giovani in formazione, familiari, amici della missione e gruppi missionari come state? Spero bene!
Come Chiesa stiamo vivendo il termine del tempo pasquale segnato dalla gioia del
Risorto e ci stiamo preparando a ricevere il dono dello Spirito Santo che con la Pentecoste scenderà in pienezza su tutta la Chiesa. Come Delegazione dei frati cileni alcuni anni fa nel documento “Senso e significato della missione” dicevamo che è lo Spirito Santo il cuore della missione. É bello e tranquillizza il cuore pensare che é lo Spirito del Risorto che anima e guida le nostre attività, il nostro servizio, le nostre scelte di missionari.
Vengo a voi dopo tre mesi di silenzio, che non vuol dire certamente dimenticanza! In realtà spesso durante i miei spostamenti, molte volte in bici, penso e prego per voi e spesso passano nella mia mente e nel mio cuore i tanti volti di persone a cui voglio bene e che ricordo con affetto e simpatia. Qui siamo già in inverno e il freddo umido del sud del Cile inizia a farsi sentire. Fin d’ora i giorni di pioggia non sono stati molti, ma dall’inizio di aprile certamente il clima é cambiato.
Con questa lettera desidero condividere con voi alcune attività svolte durante la settimana santa e alcune iniziative che portiamo avanti come delegazione.
Inizio dicendovi che quest’anno abbiamo vissuto una settimana Santa molto ricca di segni e di partecipazione (forse avrete già visto alcune foto in face book e sul sito della provincia). In tutte le varie liturgie la gente ha assistito con interesse, fede e devozione. La processione della domenica delle Palme é iniziata alla cappella Maria de Nazaret e i giovani della cresima già dal pomeriggio del sabato hanno iniziato ad addobbare con rami d’ulivo e palme sia la modesta cappella sia la piccola piazza davanti alla chiesetta. Tanta la gente presente! Dopo la benedizione dei rami d’ulivo mi sono trovato la sorpresa di una mula che ho dovuto cavalcare fino alla chiesa parrocchiale: mi sembrava proprio di essere Gesù che entrava in Gerusalemme. Un momento di gioia grande e intensa allegria: l’animazione era fatta con canti e preghiere, credo che quella mattina l’unica a soffrire sia stata... la povera mula. Come potete ben capire la nostra gente é molto creativa, desidera o meglio ha bisogno sempre di poter vedere, toccare ogni realtà e anche la fede passa attraverso questi segni e gesti concreti.
Molto sentiti anche la cena del Signore, la via crucis, la veglia Pasquale e la messa della domenica di resurrezione: anche la partecipazione é stata buona. Nella Vigilia Pasquale, già dall’inizio con il rito del fuoco, il clima era di festa e di partecipazione attiva. Tutti i fedeli, con la loro candela accesa in mano, hanno camminato e cantato dietro il cero pasquale per venti minuti fino alla chiesa parrocchiale. Sia al termine della Vigilia pasquale sia al temine della messa della domenica c’è stata un esplosione di festa, di gioia, di allegria tutti cantavano e si
muovevano lodando il Dio vivente e il principe della pace.
Desidero condividere con voi anche la bella iniziativa, che per la prima volta si realizzava in parrocchia: il cosiddetto Cuasimodo. Il nome Cuasimodo deriva dalla frase in latino “Quasi modo geniti infantis” - come bimbi appena nati - citazione presa della prima Lettera di San Pietro Apostolo (1Pt 2,2) e usata come antifona
d’ingresso alla messa della II domenica di Pasqua. L’iniziativa si svolge la seconda
domenica di Pasqua e consiste nel portare l’eucarestia agli ammalati della parrocchia scortati da cavalli e biciclette. La necessità di portare l’eucarestia agli ammalati é sorta dall’obbligo di ricevere la comunione almeno una volta all’anno(come si dice dal Concilio di Trento) e in Chile durante le guerre di Indipendenza il sacerdote correva seri pericoli nel percorrere lunghe distanze disabitate da solo con il Santissimo da potare agli infermi e per questo veniva scortato da los huasos (tipici agricoltori cileni con costume e a cavallo) e da fedeli in processione. Oggi tutto questo é rimasto come devozione popolare e la seconda domenica di Pasqua si realizza in molte parrocchie questo memento di devozione eucaristica e di visita agli ammalati. Anche nella nostra parrocchia di Curicó si é realizzata questa iniziativa e per essere stata la prima volta hanno partecipato diversi huasos e alcune biciclette: quello che mancava erano solamente i piccoli veli che la gente si pone in testa per rispetto al santissimo e il mantello. Il gruppo della pastorale dei malati anticipatamente ha avvistato le varie famiglie dove vi era un malato per prepararlo al rito con la sua famiglia. Con devozione e fede la domenica 1 di maggio si é portata l’eucarestia a più di venti malati: il tutto é durato più di quattro ore. (ricordo: se desiderate vedere delle foto visita www.viviamaspera.tk)
Altra realtà che desidero condividere con voi cari amici della missione e un’iniziativa che portiamo avanti da alcuni anni come delegazione: le adozioni a distanza. Molti sono i conventi che ci aiutano e molti sono i singoli benefattori che sostengono questa bella proposta: un grazie di cuore a tutti e a ciascuno di voi. Sono diversi i giovani che, grazie alla vostra generosità e attenzione, possono usufruire di questa possibilità. Le borse di studio “San Francisco de Asís” che offriamo a una ventina giovani appartenenti alle nostre tre comunità sono in maggioranza elargite a giovani universitari che frequentano in modo più o meno attivo le nostre parrocchie o conosciuti da noi frati grazie alla nostra presenza come cappellani in tre licei delle distinte città: Copiapó, Santiago e Curicó. Dovete
sapere che, da noi e in diversi paesi poveri del sud del mondo, capita spesso che dei giovani intelligenti e desiderosi di apprendere non possano iscriversi all’università perché il costo delle tasse universitarie é molto elevato, e spesso le famiglie devono affrontare (oltre alle spese universitarie) anche i costi di vitto e alloggio fuori dalla città di origine e lontani dalla famiglia, oppure devono affrontare i costi per il trasporto giornaliero (per esempio da Curicó a Talca sono sessanta kilometri; come dicevamo in altre lettere le distanze in Cile sono molto importanti). É bello e sembra utile a noi frati aiutare in maggioranza giovani universitari volenterosi e capaci. Crediamo a livello di delegazione che questo sia una maniera intelligente per poter far uscire dalla spirale della povertà diverse famiglie. Siamo certi che la povertà materiale sia collegata con una povertà intellettuale. É vero anche che a quanti possono accedere a una formazione culturale
senza dubbio la loro mente si allarga a muovi orizzonti, e il loro cuore diventa maggiormente sensibile ai problemi dei più poveri e si stimola nel trovare soluzioni adeguate ai vari problemi. Crediamo e speriamo (sapendo anche che i giovani sono inseriti in ambiti parrocchiali) che il loro sapere si trasformi in sapienza di vita, in carità intelligente, in idee buone per trovare cammini capaci di costruire un mondo più giusto, rispettoso e onesto.
Concludo dicendovi che qui a Curicó stiamo continuando nella costruzione delle casette per diverse famiglie terremotate. Certo é passato quasi un anno e mezzo dal tragico 27 febbraio e la situazione é molto migliorata dall’anno scorso, comunque sono ancora tante le famiglie che vivono un “media agua” (casetta di legno tre per
sei) specialmente nella zone più povere della regione (nella costa e nella cordigliera). In questo momento credo che la situazione per molti gruppi familiari é forse più difficile dell’anno scorso. Tante famiglie, grazie ai risparmi messi da parte durante i mesi estivi (da noi gennaio-febbraio 2010) e grazie ai molti aiuti concreti arrivati in Cile appena successo il terremoto l’anno scorso hanno potuto affrontare i primi mesi, certamente con disagi, però con una serenità di fondo grazie a questi aiuti. Ora che é passato più di un anno e l’inverno ha già fatto sentire il tipico freddo umido della settima regione del Cile e i lavori stagionali (raccolta frutta e lavoro nei vigneti) sono finiti diverse persone sono in difficoltà e i problemi più gravi certamente colpiscono come sempre i più deboli: bambini e anziani.
Cari amici come sempre vi ho regalato alcune attività della nostra missione, ancora grazie del vostro aiuto suddiviso in vari settori della nostra presenza in terra cilena. A nome della delegazione e dei frati del convento di Curicó posso assicurarvi che in questi giorni in cui ci stiamo preparando alla festa del nostro santo Antonio il nostro ricordo e la nostra preghiera va spesso in maniera spontanea a tutti voi cari amici e benefattori. Un grazie di cuore poi per la vostra preghiera, per l’amicizia e per l’affetto che da sempre ci dimostrate.
Il Signore ricompensi con la sua benedizione e la sua pace tutti i vostri desideri e sforzi di bene. Paz y bien
fr. Tullio Pastorelli