domenica 13 febbraio 2011

12 - Tornare... - fr.Tullio

Carissimi familiari, frati, amici, gruppi missionari e associazioni varie, come state? Spero bene!
Dopo una settimana dal mio rientro in Chile desidero comunicare con voi alcune sensazioni e emozioni che porto nel cuore. Sono arrivato in Chile sabato scorso con un clima discreto, non molto caldo nonostante il tempo estivo; il passaggio dal nord al sud del mondo non é stato molto brusco e doloroso: il volo é stato tranquillo e le quindici ore di volo sono passate velocemente, un po’ leggendo e un po’ dormendo.
Devo dirvi che per me é stato bello trascorrere alcuni giorni nel convento di Santiago e ritrovare i frati che avevo lasciato nel mese di dicembre e la sana nostalgia si è trasformata in gioia di ricominciare. Invece di ritornare a Curicó, il lunedì 7 febbraio, sono ripartito per Saldan (Argentina) dove abbiamo un convento (casa formativa) alla periferia di Cordoba. In realtà sono ripartito per l’Argentina perché ho accompagnato in alla casa formativa il nostro postulante Elías, che proprio l’altro giorno (10 di febbraio) ha iniziato il suo itinerario in postulato. Questo evento, per noi frati cileni é davvero importante, soprattutto dopo la scomparsa repentina e inaspettata di Eduardo Delgui Riquelme Meneses (affogato in Argentina il 14 dicembre 2009 poco tempo prima che entrasse in noviziato): accompagnare Elía in postulandato significa che il seme francescano conventuale inizia a germogliare anche nella nostra terra cilena. Comunque non voglio dilungarmi su questo evento e desidero, come dicevo all’inizio della mia lettera, condividere con voi alcuni sentimenti che porto nel cuore, dopo la mia permanenza in Italia. Nel poco più di un mese che mi sono fermato in Italia ho potuto visitare, in primo luogo la mia famiglia e la mia gente nonesa: sempre accogliente, interessata alla vita dei suoi missionari. Gente attenta e sempre generosa con chi opera in terre lontane. Poi ho avuto la possibilità di incontrare tanti frati e di essere ospitato in diversi conventi e case formative: é stato bello ricevere ovunque una grande accoglienza, tante piccole attenzioni e sperimentare in ogni luogo un interesse alla nostra vita. É importante e fa bene al cuore, per noi missionari, rientrare in Provincia e sentirsi uno di casa, ricevere tanto affetto, sperimentare molte attenzioni e un interesse che si trasforma in aiuto ai più poveri e sfortunati.
Certamente porto nel cuore e non posso dimenticare i vari incontri con le molte associazioni; il ritrovarsi e dialogare con i postulanti a Brescia; con i chierici a san Massimo; salutare i novizi ad Assisi; celebrare a Coredo le varie liturgie.
Ricordo tanti volti e porto nel cuore tante esperienza di vita, mi é parso bello condividere il tempo trascorso in Italia con dei momenti d’incontro con ragazzi e adulti, con gruppi e associazioni, visitando anziani e malati, ascoltando vita vissuta, e non per ultimo passare alcuni giorni in famiglia. Il pregare gli uni per gli altri ci ha arricchiti a vicenda, il dialogare su problematiche missionarie ha dilatato i nostri orizzonti; vivere i simpatici momenti di fraternità ci ha uniti tutti, ci siamo sentiti popolo di Dio, o meglio e ci siamo sentiti fratelli che seguono tutti l’unico Signore nello stilo di Francesco d’Assisi.
Con questo scritto desidero ringraziare tutti e ciascuno di voi per tutto quello che ho ricevuto, per i tanti momenti di preghiera condivisi, per l’affetto che ho sperimentato, per le molte attenzioni e per l’aiuto concreto. Grazie di cuore anche a nome dei tanti fratelli cileni che verranno beneficiati grazie alla vostra preghiera, attenzione e generosità.
Desidero condividere con voi anche alcune sensazioni dell’esperienza che abbiamo vissuto con i sei giovani animatori di Copiapó. Anche loro mi hanno detto di ringraziarvi molto sia per l’accoglienza sia per la sentita ospitalità che
hanno ricevuto; anche loro si sono sentiti di casa nei vari conventi che ci hanno ospitati e nei vari gruppi incontrati (questa è anche la realtà che più li ha colpiti). Credo che i giorni passati in Italia non li dimenticheranno tanto facilmente e non solo per la buona cucina italiana, ma molto più per quello che hanno sperimentato e ricevuto. Dalle loro prime riflessioni mi pare che questa esperienza di interscambio tra chiese abbia lasciato dei buoni frutti nel loro cuore, quello che mi auguro è questo sia avvenuto anche nei vari gruppi missionari,
gifra... che abbiamo incontrato. Ancora grazie di cuore per tutto quello che avete fatto per noi, un saluto fraterno a ciascuno di voi, il Signore della vita e della storia benedica e esaudisca i desideri che portate nel cuore.
Saldan, 11 de febrero de 2011

Termino questa lettera oggi 13 febbraio e mi trovo a Curicó: devo dirvi che l’accoglienza non è stata delle più tranquille. Infatti qui si sentono ancora degli scossoni di terremoto abbastanza forti (tanto per dirvi venerdì 11 febbraio nel pomeriggio alle ore 17.06 ha risuonato -da sola- la campana che ho in stanza, pensate come ballava la casa!). Pare che il fratello terremoto ci tenga svegli e ci dica che veramente siamo deboli, fragili e così l’insicurezza e a volte anche la paura riemergono nel nostro intimo.
Anche se ancora lontani dalla quaresima (credo che non ci sentiremo per questa data), vi auguro di cuore un buon cammino quaresimale. I quaranta giorni che ci preparano alla Pasqua del Signore risorto siano un cammino per incontrare, nella nostra vita, la luce di Cristo vincitore di ogni tenebra e liberatore di ogni oppressione: tutto questo sia la strada che ci conduce alla pace del risorto affinché sia Lui a riempire il nostro cuore di speranza per costruire un mondo solidario, giusto e riconciliato.
Paz y bien a todos!
fr. Tullio

martedì 1 febbraio 2011

1 - Di ritorno in Cile - fr.Franco

Carissimi, il Signore vi dia pace.
Eccomi di nuovo a voi dopo il mio rientro in Cile. Desidero ringraziare per quanto ho vissuto nel mese di permanenza in Italia: ho avuto la possibilità di stare con la mia famiglia, di incontrare i frati, di condividere un po’ di tempo con molte persone.
Grazie di cuore per l’accoglienza e la fraternità sperimentata: questo ci aiuta a capire come
l’unica fede ci costituisca famiglia di Dio in mezzo agli uomini al di là dello spazio e del tempo.
Grazie anche per le Eucarestie e i momenti di preghiera condivisi: sono la fonte alla quale
attingere per vivere la fede dove il Signore ci ha posto. Porto nel cuore tutto questo e lodo il Signore per questo dono.
Al rientro i frati della mia fraternità e le persone rimaste in città (qui siamo in estate e chi ha la possibilità si è recato al mare) mi hanno accolto con festa chiedendomi di raccontare loro quanto vissuto in questo mese.
Ho portato loro il vostro saluto, il vostro ricordo; attraverso alcune fotografie che ho scattato durante i nostri incontri, ho fatto vedere loro i vostri volti. Quando tutti saranno rientrati dalle vacanze (fine febbraio), organizzeremo una serata per condividere le esperienze vissute.
E, a proposito di estate, qui il caldo si fa sentire: di giorno la temperatura è alta, mentre alla sera scende notevolmente permettendo, nella notte, di dormire al fresco. Le persone che hanno la possibilità, si recano nelle spiagge lungo l’oceano: spiagge dove spesso non esistono costruzioni, dove le persone portano il necessario per creare un piccolo accampamento e poter sfruttare così qui meravigliosi luoghi. Molte famiglie che non possono usufruire di ferie, partono al sabato mattina e campeggiano al mare fino alla domenica sera sfuggendo così al caldo della città.
Grazie a Dio non mancano in città le piscine dove poter trascorrere al fresco un po’ di tempo durante la giornata: mi dicono che sono molto frequentate soprattutto dalle famiglie che hanno
bambini piccoli.
E, al caldo, si comincia a preparare le proposte per il cammino della comunità cristiana per questo nuovo anno pastorale. Già a gennaio è stato fatto il Consiglio pastorale parrocchiale con la verifica del cammino fatto e la programmazione per quello che stiamo per iniziare. Ora si deve portare il tutto nelle varie realtà per concretizzare il cammino proposto: un po’ lo si può fare ora, un po’ al termine delle vacanze.
Concludo raccontandovi brevemente quanto la città ha vissuto nella scorsa settimana. In città vi è il santuario dedicato alla Madonna Candelora (Candelaria) che accoglie una statua della Madonna rinvenuta da un contadino sulle montagne delle Ande. Il santuario è molto conosciuto (la Candelaria è la protettrice dei minatori) e in occasione della festa del 2 febbraio, si celebrano 12 giorni di festa (un giorno per ogni mese dell’anno). Ogni giorno era dedicato ad una realtà (famiglia, minatori, giovani, anziani, ammalati, etc.). Numerosissime le persone che hanno partecipato a questo appuntamento: ogni giorno venivano celebrate le messe alle 6.00 – 7.00 –
8.00 del mattino e altre due o tre al pomeriggio. In tutte le messe l’affluenza è stata molto grande: per la gente di Copiapó la Madonna Candelaria è la protettrice della città (in occasione
dell’incidente alla miniera san Josè, la statua “originale” è stata portata davanti all’entrata della
miniera e vi è rimasta fino alla salita dell’ultimo minatore) e riservano a Maria una pietà popolare molto forte.
Domenica, dopo la messa conclusiva presieduta dal Vescovo, al pomeriggio vi è stata la processione con la statua della Madonna: due ore e mezza di processione sotto un sole cocente con i Gruppi dei balli religiosi che precedevano la statua danzando ininterrottamente, circondati lungo il perimetro da tantissime persone di ogni età. Di sicuro, accanto a una parte “folcloristica “, vi è una devozione da comprendere e rispettare: una religiosità popolare che permane nel tempo e che chiede di essere sostenuta.
Concludo carissimi inviandovi un caro saluto: proseguiamo il cammino uniti nella preghiera.
A tutti voi, l’augurio di ogni bene nel Signore. Un abbraccio. Ciao.
Fr. Franco Odorizzi