venerdì 22 agosto 2008

6 - Le feste patronali - fr.Christian (agosto 2008)

LE FESTE PATRONALI


Un saluto a tutti voi carissimi!

Ho ormai lasciato l’Italia da nove mesi, anche se ancora non me la sento di dire che sono già pronto per una nuova vita, ed eccomi a voi con questa mia sesta lettera, che vuol essere principalmente di cronaca riguardo a quanto vissuto in questo mese di agosto.
Beh, non vi parlerò di spiagge ed ombrelloni, qui siamo in pieno inverno, anche se mi viene un po’ da ridere a scrivervelo. In effetti qui non è facile distinguere una stagione dall’altra, ogni giorno fa storia a sé, tuttavia in questi mesi il clima è mediamente più freddo e, non essendoci il riscaldamento nelle case, non sempre si riesce a togliersi i brividi di dosso e riscaldarsi un po’. I cileni semplicemente prolungano il tempo trascorso sotto le coperte, ma a noi frati non viene così spontaneo... a me forse un po’ più degli altri quando è già ora di alzarsi! Il termometro in camera spesso segna dodici o tredici gradi, ma all’esterno la temperatura può scendere fino ai tre o quattro gradi. Nulla di drammatico se ci si copre per bene.
Ma più del freddo, l’inverno è sinonimo di “piena attività”, nel bel mezzo dell’anno. Se poi ci aggiungiamo che i primi 15 giorni del mese si celebrano le feste francescane di Santa Maria degli Angeli, santa Clara, san Massimiliano Kolbe, più la festa dell’Assunta, allora sì che ho qualcosa da raccontarvi.
In particolare i santi francescani danno anche il nome alle diverse cappelle della nostra parrocchia di san Francesco, e a santa Maria degli Angeli è dedicata la cappella principale di Cartavio, nel settore dove presto servizio. Così ci siamo lanciati nella celebrazione della festa patronale, secondo una struttura che si ripete anche nelle nostre altre cappelle, ormai consolidata dall’esperienza di questi anni. Con la semplicità e i numeri che contraddistinguono la vita nelle cappelle, abbiamo proposto un triduo con una santa Messa pomeridiana per gli ammalati, una a ricordo dei defunti e quella solenne di festa per tutti, più una processione con la statua della Vergine Maria. E a coronare il tutto, un paio di festicciole per adulti e bambini.

Ma andiamo per ordine. La messa degli ammalati è forse la più commovente, vissuta con tanta devozione e in un clima di speranza sia da parte di chi sta vivendo una sofferenza particolare, sia da parte di anziani che con pazienza affrontano questa tappa conclusiva della loro vita. In questa Messa abbiamo celebrato anche il Sacramento dell’Unzione degli Infermi, momento centrale e vissuto da (quasi) tutti i presenti, con buona pace di qualsiasi spiegazione teologica e sacramentale: anche chi è giovane è malato, fosse solo di incapacità di dialogo in famiglia o di stanchezza di fronte alla difficoltà della vita, e così si è presentata una lunga fila di fedeli che con devozione si sono accostati a questo Sacramento talvolta dimenticato. La devozione col quale lo ricevevano e le loro giaculatorie mentre pronunciavo la formula, mi facevano venir voglia di mettermi in fila anch’io, con le mie “malattie” difficili da curare, ma ero solo a celebrare.
Il giorno seguente, venerdì 1 agosto, abbiamo ricordato i nostri cari defunti, con la partecipazione di un’ottantina di persone, più o meno il numero di una celebrazione domenicale. La caratteristica di questa celebrazione è data dal fatto che tutti portano da casa le fotografie dei loro cari defunti, per metterle davanti all’altare su un tavolo allestito per l’occasione. Oltre che occasione per affidare al Padre i nostri cari, è stata un’opportunità di leggere la storia della nostra piccola comunità, e il dialogo prima e dopo la messa si è prolungato nel ricordare la vita di ognuno di loro, mettendomi così al corrente di molte vicende che hanno segnato la vita delle varie famiglie.
Infine ci siamo dedicati a festeggiare la nostra patrona Santa Maria degli Angeli. Quando c’è di mezzo una statua della Madonna, prima di pensare qualsiasi altra cosa le signore della parrocchia affrontano subito l’argomento prioritario: quando e come la vestiamo? Purtroppo la parola del sacerdote in Cile ha un peso fondamentale, ma di fronte ai miei occhi sbarrati si sono rassegnate a non ricevere risposta e ad accordarsi tra loro. Avrei voluto azzardare qualcosa come “Ma la statua non è già bella così?”, però poi ho capito che sarebbe sembrato un affronto. Dopo un paio di giornate di dialoghi tra le varie signore responsabili in materia, con valutazione di quali fossero i vestiti a disposizione e chi li avesse regalati, devo dire con sollievo che, anche “vestita”, la nostra Patrona si è presentata semplice e splendente.
Il giorno della festa abbiamo celebrato una Messa molto sentita, con la cappella capace a stento di accogliere tutti i presenti. Fortunatamente non mi sono stati proposti rituali troppo complicati, mi sono dovuto allenare solo per l’incoronazione della Vergine, ossia il momento in cui viene presentata la corona e il sacerdote si applica, in punta di piedi, a ponerla sulla testa della statua, includendo l’“operazione chirurgica” di fissarla con un chiodo. E al termine della Messa solenne, abbiamo festeggiato con il classico cioccolato caldo e ciambelle, mentre i vari gruppi della parrocchia hanno proposto un breve show nel quale ciascuno si esibiva in un canto o ballo o rappresentazione comico-teatrale. Ammirando l’impegno che ci mettono e la capacità di divertirsi con poco, bisogna ammettere che c’è sempre da divertirsi e rimanere sorpresi della loro fantasia e capacità creativa.



Il momento conclusivo e apice delle celebrazioni è stata la processione della domenica pomeriggio, in discesa dalla cappella del settore più abbarbicato sul colle fino alla nostra cappella centrale, transitando un po’ ovunque nelle varie strade del quartiere. L’abbiamo organizzata in modo da dare risalto ai tanti bambini e, come proposto, eccoli arrivare tutti vestiti da angioletti o da personaggi del presepe, pronti ad accompagnare Santa Maria degli Angeli. Un vero spettacolo... e un modo molto pratico di coinvolgere le varie famiglie della zona!



E per l’occasione ho finalmente conosciuto una delle realtà tradizionali ed immancabili quando si parla della Vergine, ossia il Baile Chino, una istituzione paragonabile alle nostre bande musicali, presente in tutti i quartieri e pronta ad intervenire ad ogni processione mariana. Alla festa dell’Assunta presso il santuario cittadino della Candelaria ce n’erano trenta gruppi, ma per la nostra piccola processione un solo gruppo era più che sufficiente. Vestiti da indiani e riprendendo alcuni canti e balli tradizionali, al suono di vari strumenti accompagnano la processione, ripetendo un continuo rituale fatto di danze e balli, inchini, saluti e genuflessioni. E così, alternando i balli ad alcuni momenti di preghiera mariana (poco importa se l’attempata catechista invitava tutti a rivolgersi alla Vergine intonando il Credo o il Padre Nostro), con l’allegra compagnia dei nostri angioletti ed ovviamente di vari cani e cagnolini, siamo arrivati alla cappella tra i saluti, baci e segni di croce di quel migliaio di persone che ci osservavano devote dalla porta di casa loro. Qui abbiamo concluso la celebrazione con una mezzoretta di saluto finale da parte del Baile Chino e con la benedizione di tutti i bambini, con acqua abbondante sulla fronte di ciascuno, indispensabile per non far nascere nelle mamme il dubbio che il figlio non sia stato benedetto. E per concludere, altro cioccolato caldo e ciambelle per tutti.



E così vi ho scritto anche delle nostre piccole “festicciole di paese”, in attesa della Festa di san Francesco, ben più importante e ricca di appuntamenti per tutta la grande parrocchia.
Con le fotografie, anche se piccole, avete avuto pure un “assaggio visivo” della nostra realtà, anche se è bello lasciarvela sognare e immaginare, senza voler troppo documentare la vita di quaggiù. Comunque se mi promettere che non perderete la voglia di immedesimarvi in essa e rimanerne incantati, come testimoniato finora dalle vostre mail, farò il possibile per continuare ad alimentare pensieri, occhi e cuore di voi che, con tanto affetto, continuate ad accompagnarci anche da lontano.
Un fraterno abbraccio e buon ritorno dalle vacanze!

fr. Christian