martedì 1 febbraio 2011

1 - Di ritorno in Cile - fr.Franco

Carissimi, il Signore vi dia pace.
Eccomi di nuovo a voi dopo il mio rientro in Cile. Desidero ringraziare per quanto ho vissuto nel mese di permanenza in Italia: ho avuto la possibilità di stare con la mia famiglia, di incontrare i frati, di condividere un po’ di tempo con molte persone.
Grazie di cuore per l’accoglienza e la fraternità sperimentata: questo ci aiuta a capire come
l’unica fede ci costituisca famiglia di Dio in mezzo agli uomini al di là dello spazio e del tempo.
Grazie anche per le Eucarestie e i momenti di preghiera condivisi: sono la fonte alla quale
attingere per vivere la fede dove il Signore ci ha posto. Porto nel cuore tutto questo e lodo il Signore per questo dono.
Al rientro i frati della mia fraternità e le persone rimaste in città (qui siamo in estate e chi ha la possibilità si è recato al mare) mi hanno accolto con festa chiedendomi di raccontare loro quanto vissuto in questo mese.
Ho portato loro il vostro saluto, il vostro ricordo; attraverso alcune fotografie che ho scattato durante i nostri incontri, ho fatto vedere loro i vostri volti. Quando tutti saranno rientrati dalle vacanze (fine febbraio), organizzeremo una serata per condividere le esperienze vissute.
E, a proposito di estate, qui il caldo si fa sentire: di giorno la temperatura è alta, mentre alla sera scende notevolmente permettendo, nella notte, di dormire al fresco. Le persone che hanno la possibilità, si recano nelle spiagge lungo l’oceano: spiagge dove spesso non esistono costruzioni, dove le persone portano il necessario per creare un piccolo accampamento e poter sfruttare così qui meravigliosi luoghi. Molte famiglie che non possono usufruire di ferie, partono al sabato mattina e campeggiano al mare fino alla domenica sera sfuggendo così al caldo della città.
Grazie a Dio non mancano in città le piscine dove poter trascorrere al fresco un po’ di tempo durante la giornata: mi dicono che sono molto frequentate soprattutto dalle famiglie che hanno
bambini piccoli.
E, al caldo, si comincia a preparare le proposte per il cammino della comunità cristiana per questo nuovo anno pastorale. Già a gennaio è stato fatto il Consiglio pastorale parrocchiale con la verifica del cammino fatto e la programmazione per quello che stiamo per iniziare. Ora si deve portare il tutto nelle varie realtà per concretizzare il cammino proposto: un po’ lo si può fare ora, un po’ al termine delle vacanze.
Concludo raccontandovi brevemente quanto la città ha vissuto nella scorsa settimana. In città vi è il santuario dedicato alla Madonna Candelora (Candelaria) che accoglie una statua della Madonna rinvenuta da un contadino sulle montagne delle Ande. Il santuario è molto conosciuto (la Candelaria è la protettrice dei minatori) e in occasione della festa del 2 febbraio, si celebrano 12 giorni di festa (un giorno per ogni mese dell’anno). Ogni giorno era dedicato ad una realtà (famiglia, minatori, giovani, anziani, ammalati, etc.). Numerosissime le persone che hanno partecipato a questo appuntamento: ogni giorno venivano celebrate le messe alle 6.00 – 7.00 –
8.00 del mattino e altre due o tre al pomeriggio. In tutte le messe l’affluenza è stata molto grande: per la gente di Copiapó la Madonna Candelaria è la protettrice della città (in occasione
dell’incidente alla miniera san Josè, la statua “originale” è stata portata davanti all’entrata della
miniera e vi è rimasta fino alla salita dell’ultimo minatore) e riservano a Maria una pietà popolare molto forte.
Domenica, dopo la messa conclusiva presieduta dal Vescovo, al pomeriggio vi è stata la processione con la statua della Madonna: due ore e mezza di processione sotto un sole cocente con i Gruppi dei balli religiosi che precedevano la statua danzando ininterrottamente, circondati lungo il perimetro da tantissime persone di ogni età. Di sicuro, accanto a una parte “folcloristica “, vi è una devozione da comprendere e rispettare: una religiosità popolare che permane nel tempo e che chiede di essere sostenuta.
Concludo carissimi inviandovi un caro saluto: proseguiamo il cammino uniti nella preghiera.
A tutti voi, l’augurio di ogni bene nel Signore. Un abbraccio. Ciao.
Fr. Franco Odorizzi

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