giovedì 18 marzo 2010

3 - Dietro il dolore, la speranza… - fr.Giuseppe

Paulina è una signora di 50 anni circa. L’avevo giá vista alcune volte, dopo il fatidico 27 febbraio, giorno del terremoto, passare davanti alla nostra casa; senza conoscerci, ci eravamo fissati regalandoci un sorriso come saluto.
Sabato scorso, mentre uscivo per fare compere, l’ho rivista e l’ho salutata come al solito; questa volta peró mi sono avvicinato e le ho chiesto come andavano le cose, se aveva avuto problemi con il terremoto: mi ha risposto che stava bene, aggiungendo, con occhi tristi, che aveva peró dovuto lasciare la casa, una casa di “adobe” (paglia e fango) dove era nata e dove la sua famiglia viveva da 80 anni, una casa che avrebbero dovuto demolire (al vederla, Paulina sembrerebbe appartenere a una classe socio-economica di tipo medio-basso).
Mi disse: “Sa, a fianco del terremoto “fisico” con tutte le distruzioni conseguenti, c’é un terremoto emotivo dove si puó arrivare a vivere una morte non fisica, come il perdere la propia casa con tutto quello che racchiude a livello di storia familiare e personale. Do grazia al Signore per stare fisicamente bene, io e i miei familiari, peró non posso fare a meno di andare tutti i giorni a vedere quello che resta della casa e prepararmi al giorno della demolizione (attualmente vive con una figlia). Io e mio marito speriamo che lo stato possa dare un contributo e la possibilitá di chiedere un prestito per ricostruire”.
Guardando il suo volto, dove leggevo un dolore profondo a fianco di una dignitá grande, non ho potuto non dirle che ero certo che avrebbe raggiunto l’obbiettivo: in quel momento ci siamo chiesti recíprocamente il nome e ci siamo salutati con un forte abbraccio.
Oggi ho rivisto Paulina che come sempre andava in “pellegrinaggio” alla sua casa; aveva il volto piú disteso e sereno e mi ha detto che era riuscita a parlare con un funzionario del comune che le aveva dato speranza circa il prestito e la possibilitá di ricostruire, pur sapendo che sará una cosa lunga, forse di anni. [Mentre sto scrivendo arriva l’ennesima replica alle quali siamo ormai abituati, si fa per dire.]

Dietro la storia di Paulina ci sono le storie di tantissimi cileni che hanno perso la casa e stanno, pazientemente e con forte speranza, pensando come poter riprendere a “vivere”, e non a “sopravvivere”.

Chiudo questo racconto con due immagini: si riferiscono a una piantina comprata da Pedro e che avevamo messo davanti all’icona della Madonna: la notte del terremoto è volata a terra con l’icona e giovedí scorso è “ri-volata” a terra a causa di una forte replica. Tre giorni fa mi sono accorto che c’era un bocciolo e ieri é nato un nuovo fiorellino!!! Che sia segno di speranza per noi e per tutti voi.
fr.Giuseppe

P.S.
Nella sede parrocchiale si stanno distribuendo “cassette” di alimenti e cellophane che la Caritas locale sta inoltrando alle parrocchie. Continua pure il lavoro di “catasto” delle famiglie con seri problemi alla casa: non appena ci sará una proposta concreta di “progetto casa”, informeremo inmediatamente. Frattanto, continuate a ricordarci nella preghiera.

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