lunedì 14 dicembre 2009

Non importa capire, l’importante è accettare con fede e per la fede - fr.Giuseppe Bellini

Caro Edu,

quando abbiamo saputo che te ne eri andato cosí rapidamente al cielo passando attraverso le acque di un fiume tranquillo, a pochi giorni dal Natale e soprattutto a distanza di due mesi dall’inizio del tuo Noviziato, ho cercato di capire, di poter cogliere una ragione, un significato di quanto accaduto.
Che vuoto, che silenzio impressionante, senza risposte, senza ragioni; e sentivo invece come il desiderio di fare domande a Dio.

E la risposta, se cosí la si può chiamare, è arrivata ieri pomeriggio, in un giorno iniziato sotto un cielo imbronciato e triste, che a partire dal tardo pomeriggio ha svelato un sole primaverile, caldo e cocente. E tutto questo a partire dall’arrivo dell’aereo che ti portava di nuovo tra noi, in questo tuo e nostro tanto amato Cile.


Un primo momento di forte e sicura risposta alle tante domande, è stato quando hanno permesso a tua mamma Patrizia, davvero una nostra mamma, a tuo fratello, al tuo amico più caro e a suor Bety, di poterti vedere prima di sigillare definitivamente il feretro.
Io, Fabrizio e tua sorella Patrizia abbiamo potuto sbirciare il tutto dai fori di una saracinesca, però era come se anche noi fossimo stati dentro il magazzino perché era come se il Signore, con mani forti e decise, avesse dilatato quegli stessi fori fino a farli scomparire.

Ho visto tua mamma inginocchiarsi per poterti “abbracciare” e darti un ultimo bacio: solo tu e il buon Dio avete potuto vedere nel profondo del suo cuore in quel momento. Lo ha fatto con una compostezza e una dolcezza che non potró mai dimenticare, regalandoti un sorriso e accarezzando il tuo volto. Sono certo che non capiva ma accettava con fede, con la fede degli umili, dei semplici, degli anawim.

E siamo partiti con il tuo corpo diretti a casa tua, la casa di un quartiere popolare, di un quartiere di gente umile, semplice, povera. Ti hanno accolto come un figlio e un fratello tanto amato, mettendo candele e torce accese per le strade attorno a casa tua, con occhi tristi e spesso pieni di lacrime, ma con la forza della fede che muove il cuore dei semplici, degli umili. Questo è stato il secondo momento di risposta ai miei, e non solo miei, interrogativi e dubbi. Sono certo che anche loro non capivano, ma accettavano con fede e per la fede.

Oggi non mi domando piú perché è successo e che senso ha tutto ció. Oggi rivedo la tua mamma, rivedo la gente de La Pintana e come loro non comprendo ma accetto con fede e per la fede e non faró piú domande al buon Dio.
Ti abbraccio forte.
Giuseppe

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